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LOLOCAUST - HOMOCAUST - RECENSIONE

Dopo la prorompente nascita e morte ancora prima di uscire col prodotto (colpa di P.Yo), i Lolocaust sono tornati sulla scena (sempre per colpa di P.Yo).
I Lolocaust, per chi non lo sapesse, sono un collettivo hip hop troll, nato nel 2010, composto da Mortecattiva, Mr Gulag e Sgherl dei Lofthers, Chef Ragoo e il sopracitato Padre P.Yo.
Sono ormai passati 3 anni da il loro primo lavoro, "Moccia Music", perfetto seppur incompleto, causa scioglimento anticipato del gruppo e, a tre anni di distanza, ci tirano fuori a sorpresa questo "Homocaust" (geniale gioco di parole, tra l'altro). Ma d'altronde, quando tiri nel mezzo questi 5 mostri sacri, hai sempre la garanzia di rimanerne soddisfatto.
PREMESSA: il disco, come ogni lavoro di ogni singolo componente (perchè tra una sega, una partita a WoW, un pezzo e un'ulteriore sega; ognuno porta avanti una carriera solista), tratta di argomenti molto crudi, sebbene in modo ironico e se qualcuno dovesse essere impressionato o indignato dal contenuto dell'album ha tre opzioni:
- Farsi un clistere,
- Documentarsi sui precedenti lavori dei "membri",
- Morire.
Detto ciò, via alla recensione! 
Il disco si apre subito con un intro del celebre Pernazza (Mc/tastierista degli Ex Otago e coniglio del Chiambretti Night), che ci sfodera un freestyle da urlo usando i titoli delle canzoni, per poi passare alla title track "Homocaust", nel quale viene messa in luce la mal celata omosessualità dell'onnipotente Mortecattiva (mio unico Dio del rap e non sto scherzando) e quella repressa del resto del gruppo. Epiche le strofe di Mr. Gulag, Chef e P.Yo. E se la sottile ironia trash del primo pezzo non fosse bastata, si passa al macabro e nonsense "Stupido", che parla sempre, in modo più introspettivo, del gruppo. Ma se a gran parte del gruppo servono due canzoni per presentarsi, al MEMBRO (e sottolineo MEMBRO) più rappresentativo, viene riservato un pezzo tutto speciale: il grande Sgherl ci sfodera una violentissima "Ho il cazzo come", intuibili i temi trattati. Ma una delle grandi perle del disco l'abbiamo col pezzo successivo: "Clint Morningwood", prodotta da The Orthopedic, con la partecipazione di Allah Albarn, che canta un super ritornello su un super beat originale, con sonorità mai sentite. Grande la performance del producer perugino. Le tracce seguenti seguono il solito modus operandi tipico dei primi cinque pezzi: dall'autocelebrazione all'inverso, come in "La canzone che non fa ride" e "Hogwarts Battle"; passando per trattare temi di spessore e romantici come l'incesto di "Ossai", l'amore non corrisposto di "Bella Figca" e le difficoltà coniugali presenti in "Parolisi Boogie". Naturalmente, essendo un prodotto "made in Lolocaust", vi sono chiari riferimenti alle più consolidate categorie protette: tracce di stampo sociale come "Niggas & Pasta" (primo singolo estratto) e "Free Pussy Riot" (che non è di stampo sociale, ma ha un titolo fottutamente rivoluzionario) sono destinate a far riflettere le masse in un modo che non si vedeva dai primi 99 Posse. Infine, da segnalarsi la presenza delle grandi guest stars presenti negli skit del disco; si può notare, infatti, la presenza di: Lucci, DJ Craim, Clementino, Pernazza, Inoki, Fritz Da Cat, Er Costa dei GDB, Canesecco, Moncalieri (che non so chi cazzo sia), Osvaldo Paniccia, la poetica di Carlo Maria Rogito e molti altri.

VOTO FINALE: 8,5

COMMENTO: Un disco sicuramente da avere, è scaricabile gratuitamente o acquistabile previa donazione a piacere su http://lolocaust.bandcamp.com/album/homocaust, perciò non fate i complimenti. Scaricatelo o acquistatelo, assaporatelo, sparatevelo in vena, usatelo come colonna sonora per l'assunzione di sostanze psicotropee, per la figa, per la messa ma soprattutto per il LOL.

-Maglio.



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